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lunedì 29 maggio 2017

Tutti vegani?


RIFLETTIAMO.
Se sette miliardi di persone diventassero tutte vegane la terra subirebbe uno sfruttamento probabilmente eccessivo. Per crescere e fruttificare i vegetali necessitano di suolo fertile, acqua, interventi per malattie e parassiti. Sarebbe interessante calcolare le quantità di terreni, acqua, fertilizzanti e antiparassitari occorrenti per una tale produzione.
Se poi si pensa di coltivare in strutture su più livelli, con nuove tecnologie, non mi sembra una grande idea. Già mi rifiuto di cibarmi dei prodotti delle serre che sono notoriamente impregnati di sostanze che nulla hanno a che fare con i vegetali esposti al sole e agli elementi atmosferici, ricchi di sostanze nutritive e di sapore.

E' vero che i primi esseri antropomorfi erano vegetariani, ma per potersi sostenere con vegetali e radici avevano un apparato masticatorio potente che occupava gran parte del cranio e avevano una digestione lenta che li impegnava per gran parte della giornata. L'aggiunta di proteine animali è stata una scelta evolutiva che ha consentito di dare più spazio al cervello e di lasciare più tempo per altre attività al di là della digestione.
Un altro elemento di primaria importanza nell'evoluzione umana è data dalla scheggiatura della pietra che ha dato il via alla tecnologia che ci ha condotto fin qui. Se l'ominide non avesse avuto necessità di macellare la carne non gli sarebbe certo venuto in mente di rendere taglienti le pietre. E' pur vero che non era naturalmente carnivoro altrimenti sarebbe stato dotato di denti o altro in grado di lacerare la carne degli animali, ma è anche vero che per potersi cibare di carne il nostro antenato ha costruito lame di pietra. A ben pensarci la molla per l'evoluzione culturale è scattata inizialmente a causa della necessità di nutrirsi di carne. In altre parole la nostra storia, nel bene e nel male, ha avuto inizio con il cambiamento della dieta che ci ha condotto ad essere onnivori.

Se la scelta vegana è dettata dalla consapevolezza che lo sfruttamento degli animali comporta per loro stati di sofferenza, credo che sia più consono battersi perché vengano prese tutte quelle misure onde evitare tali stati. L'allevamento diventerebbe probabilmente più costoso ma è anche giusto che il nostro benessere non si basi su metodi di sfruttamento senza regole e senza quelle attenzioni che preservino degli esseri viventi sensibili da inutili patimenti.
Dobbiamo accettare che in natura vi siano organismi carnivori e questo comporta che alcuni servano da cibo ad altri. Tra le piante ci sono i vegetali parassiti che vivono a spese di altri loro simili ed esistono anche piante carnivore. Ergo ...


Non tutto ciò che esiste in natura ci piace ma dobbiamo arrenderci al concetto che le sue leggi non sono dettate dalla giurisprudenza o dalla pietas, ma da logiche delle quali noi non comprendiamo il significato. Il nostro pianeta ha un suo equilibrio e nelle centinaia di milioni di anni della sua esistenza la vita ha attraversato un'infinità di fasi, dalla sua quasi sparizione alla dominanza di poche specie, in un alternanza di crisi e di rigoglio. L'uomo crede di poter governare i processi naturali, ma è solo un'illusione. Pur con tutta la sua buona volontà l'uomo non riuscirà a distruggere la terra né la vita. Forse potrà solo distruggere la specie homo, ma la Terra non se ne accorgerà. 

Se è vero che l'uomo è la natura che acquista consapevolezza, è giusto che faccia un uso consapevole e razionale delle risorse a disposizione per ottenere una qualità di vita soddisfacente nel rispetto del mondo animale e anche di quello vegetale che, secondo alcuni, ha le sue sensibilità.

Una via auspicabile è quella di riequilibrare le scelte alimentari tra il consumo di proteine animali e quello di frutta e verdura, anche in vista di una dieta più sana e completa. Gli eccessi sono sempre deleteri e, come già dicevano i latini, "in medio stat virtus".

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Cena di Natale 2017 quasi vegana, a basso costo, poche calorie, senza primo x 4 persone.

- Antipasto: olive nere in salamoia, bastoncini di formaggio grana, pizzette fatte con pasta sfoglia (230 g);

- Quattro carciofi gratinati;

- Melanzane in casseruola con pomodoro e fettine di fontina da aggiungere sul piatto;

- Cruditè: Finocchi e carote tagliati a julienne;

-  Macedonia di frutta (una banana, due Kiwi, una mela, un clementino, tre noci, succo di mezzo limone, mirto, zucchero);

- Panettone e pandoro;

Pane carasau, crostini di pane, vino rosé, acqua.


Per commenti e messaggi:
tilgio@virgilio.it


venerdì 5 maggio 2017

Toponimi algheresi. Come si leggono?


Ritengo necessario far conoscere la lettura dei toponimi algheresi dato che ormai vengono regolarmente letti alla catalana anziché all'algherese.
Oltre a ciò cercherò di dare alcune notizie relative ai luoghi di cui si parla.

BARRANCH - la tanca del Barranch si trova nella zona di Poglina. 
Deve il suo nome a Giuseppe Barranch, un ebreo ricordato perché alla fine del 1300 vendette una casa ad Alghero  trasformata poi in luogo di culto e infine in sinagoga.
Intorno al 1800 la tanca fu acquistata da don Benedetto Ballero, padre di Antonio Ballero Salis.
Si legge BARRANCH, così come viene scritto.
(Michele Chessa, Racconti Algheresi, Volume II, pag. 76)




CARRER DE LA RODA - Via della Ruota, sbocca nella via Cavour dove era collocato l'antico ospedale di Sant'Antonio Abate, poi S. Giovanni di Dio. Vi era alloggiata la ruota ove di depositavano i piccoli esposti fino al 1930.
Si pronuncia CARRE' DE LA RORA; la erre finale non si legge e la di intervocalica diventa erre.

DRAGONADA - zona del litorale nord algherese
Si pronuncia DRAGUNARA in quanto la o diventa u e la di, specialmente quando è intervocalica, diventa erre

PEDRERA  (LA) - LA PARRERAe diventa a  e la di è erre
Non è molto usato in quanto lo si è italianizzato ed è La Pietraia. Nella zona venivano estratti cantonetti di tufo fino alla prima metà del 1900.

QUARTER (LO) - Zona che fa parte del complesso gesuitico cinquecentesco trasformato in caserma militare, e ora centro di servizi culturali.
Si pronuncia LU QUALTE' dato che nella pronuncia algherese la erre a volte diventa elle e raramente si fa sentire la erre finale delle parole.

TAULERA - TAURERA, la elle diventa erre, Così chiamata per la sua conformazione pianeggiante. Sede della prenuragica necropoli di Cuguttu e Taulera, vi si trova il nuraghe Taurera.

VIA CRAVELLET - Non si sa come, ma la parola è anche scritta in maniera scorretta perché l'esatta scrittura catalana è CLAVELLET (piccolo garofano). Si pronuncia CRAVAGLIET anche se ormai tutti pronunciano così come è scritto. La elle diventa erre, la e diventa a e la doppia elle spagnola è il nostro suono gl.